Nicola Prebenna
Biografia
Vive ad Ariano Irpino (AV), sua terra natale; è vissuto, fin dall’adolescenza, in diversi luoghi (Alatri, Roma, terra nativa, Istanbul, Francia – zona franco-ginevrina – Atene). E’ stato docente di materie letterarie negli istituti superiori (Liceo, Istituto Magistrale), nella sua città ed all’estero. Ha chiuso l’attività lavorativa quale dirigente scolastico di istituti secondari di II grado. Si interessa di poesia, narrativa, critica letteraria.
Collabora a numerose riviste: suoi contributi sono presenti sulle riviste Vernice, (Genesi Editrice, Torino), Nuova Secondaria (La Scuola Editrice, Brescia), Vicum (organo dell’Associazione “P.S.Mancini” di Trevico), Poesia Meridiana (organo del Centro di Documentazione della Poesia del Sud), Riscontri (Sabatia Editrice, Avellino), Parnassos (Atene), Aequum Tuticum (dell’Associazione Amici del Museo di Ariano Irpino) e su altre ancora.
Collabora con la testata giornalistica Web TGNEWS.TV, di cui è il redattore del Canale Cultura.
E’ presente su numerose antologie poetiche, tra cui Un secolo in un anno, Almanacco paredro, per i tipi di Genesi Editrice, Torino 2005; Poeti del Sud 3, a cura di Paolo Saggese, Sellino Editore, Avellino 2007; Trent’anni dalla Genesi, Antologia di poesia, a cura di Sandro Gros-Pietro, Genesi Editrice, Torino 2010; L’universo umano, poetico e intellettuale di Leonardo Sinisgalli – Antologia letteraria – a cura di Francesco De Napoli, Mondostudio Edizioni 2011; Paolo Borruto: Storia della letteratura, Antologia Internazionale, Vol.III, A.G.A.R. Editrice, Reggio Calabria 2010; Paolo Borruto: Personaggi per la Storia, Antologia Internazionale, vol IV, A.G.A.R. Editrice, Reggio Calabria 2012; I Poeti contemporanei, a cura di Pagine Edizioni, 2012.
PREMI CONSEGUITI: Tra i riconoscimenti conferitigli (è solo dal 2001 che ha intensificato il proprio rapporto con la scrittura e iniziato a confrontarsi anche con i concorsi letterari), tralasciando segnalazioni, posizioni da finalista, premi e attestati vari relativi a singole poesie, si ricordano: per Dacruma (I° premio speciale 16° Premio Giovanni Gronchi, Pontedera; 3° posto Premio Aeclanum, Mirabella Eclano, 2002, 5° Premio ex-aequo al XXXI° Concorso Nazionale di Narrativa e Poesia “Franco Bargaglia” – Pontedera); per In Gurgite Vasto (I° premio Aeclanum 2004, II° premio “Italo Carretto” Bardineto (SV), 2008, IV° premio Città di Pinerolo, XV edizione); per E la fiaccola vive… (III° premio Teatro Osservatorio, Bari; III° premio S.Maria della Luce, Mattinata, VI premio Città di Pinerolo, XVII edizione); per Come per acqua cupa (II° premio Città di Pinerolo; III° premio Teatro Osservatorio Bari, II° premio S. Maria della Luce di Mattinata, V° premio ex-aequo al XXIII Concorso Letterario Internazionale “Giovanni Gronchi”, Pontedera, 3° Premio al 9° Premio Nazionale di Poesia “Italo Carretto” 2010, Bardineto (SV), IV° Premio al Premio Cittadella 2011 di Reggio Calabria, Menzione d’onore alla XXVI Edizione 2012, Premio “CINQUE TERRE – GOLFO DEI POETI Sirio Guerrieri”); per la silloge Era il maggio odoroso (Premio assoluto per la poesia, al Concorso LiberArte 2011 di Mattinata (FG), III° Premio al Concorso Premio Nazionale Aeclanum 2011 di Mirabella Eclano, Segnalazione al 20° Concorso Nazionale di Poesia “Città di Manfredonia” 2011, VI° Posto al 10° Premio Nazionale di Poesia “Italo Carretto” 2011 (Bardineto-SV), IV° Premio ex-aequo al Concorso letterario “Città di Pinerolo”, 2011, IV° Premio ex-aequo al 25° Concorso Letterario Internazionale “Giovanni Gronchi” di Pontedera, 2° Premio ex-aequo al XXX° Concorso Nazionale di Narrativa e Poesia “Franco Bargagna” – Pontedera, XXV Edizione, 2012, Premio della Critica al Premio Internazionale di Poesia e Narrativa “Cinque Terre – Sirio Guerrieri”, Menzione d’onore, Sez. B, alla XIII edizione 2012 del Premio Internazionale “Val di Vara – Alessandra Marziale”, Menzione d’onore alla XIV Edizione del Premio Letterario Osservatorio, Bari, IV° PREMIO al Premio Nazionale “Il fiore del deserto 2012”, Reggio Calabria, 2° Premio al XVII° Premio di Poesia “Città di San Leucio del Sannio” (2012).
Numerosi anche i riconoscimenti ottenuti per i testi di narrativa (singoli racconti o silloge).
PUBBLICAZIONI:
1) L’Approdo (narrativa) a cura del C.F.D. – Avellino
2) Colpo d’ala (poesia) a cura del C.F.D. – Avellino
3) Scuola Oggi (saggio), Edizioni Bastogi – Foggia
4) Rari Nantes (poesia), Edizioni Bastogi – Foggia
5) Tempo che va (narrativa), L’Autore Libri – Firenze
6) Dacruma (poesia), Genesi Editrice – Torino
7) In Gurgite Vasto (poesia), Genesi Editrice – Torino
8) Nicola Prebenna e la Grecia (interventi critici), a cura dell’IIC di Atene, 2005
9) E la fiaccola vive.. , (poesia), Delta3 edizioni – Grottaminarda, 2005
10) Come per acqua cupa, (poesia), Delta3 edizioni, Grottaminarda, 2008
11) Barbe e Virgulti, (narrativa), Delta3 edizioni, Grottaminarda, 2009
12) Il settecento e l’autobiografia – Goldoni, Gozzi, Alfieri -, (critica letteraria), Delta3 Edizioni, Grottaminarda, 2010
13) Era il maggio odoroso (poesia), Genesi Editrice, Torino, 2010
14) P.P.Parzanese: l’intellettuale che si volle poeta popolare (critica letteraria), Delta3edizioni, Grottaminarda, 2012
Hanno recensito o scritto sulle sue opere i seguenti studiosi:
Sandro Gros-Pietro, Giorgio Barberi Squarotti, Ugo Piscopo, Emerico Giachery, Davide Puccini, Giuseppe Panella, Aniello Montano, Mimma De Maio, Antonio La Penna, Paolo Saggese, Giovanni Chiellino, Giuseppe d’Errico, Francesco D’Episcopo, Pasquale Maffeo, Francesca Liuzzo, Gianmario Lucini, Alessia Tavella, Michele Miscia, Gian Piero Prassi, De Palma Faustino, Aldo Masullo.
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ALCUNI GIUDIZI SULLA POESIA DI NICOLA PREBENNA
a proposito di Dacruma:
“ Nicola Prebenna ci propone una poesia della sublimazione della realtà, che è rappresentazione straordinaria di armonia e di dolcezza, ma che è anche impegno civile quasi eroico teso a smascherare ogni camuffamento del vero ed ogni letale trappola od inganno che ci circonda ” (Sandro Gros Pietro);
“ Dacruma riflessivo e profondo, fra ricordo e religiosità “ (Giorgio Barberi Squarotti);
“Dunque, il motivo del carpe diem, del sentimento del tempo, della fugacità dell’esistenza, della vita come fatica, come sfida, come tensione, speranza e sconfitta, dominano il volume. E con essi l’immagine e il modello di Orfeo e Laocoonte, che sono il poeta: il primo che tenta la lotta contro la morte, il secondo, che tenta la lotta contro la menzogna e l’inganno”. (Paolo Saggese);
a proposito di In gurgite vasto:
“Lo stile alto permette al poeta di affrontare i grandi eventi dell’umana vicenda, porsi di fronte all’immane lotta tra male e bene per raccontarne le fasi dove ora prevalgono le schiere del male, ora trionfa la speranza e il sogno prende consistenza “ (G. Chiellino);
“la Sua nuova raccolta di versi, così ricca, mutevole, suasiva, fra memoria, riflessione, descrizioni di paesaggi ed esperienze serene di vita, consapevolezza del tempo che trascorre e dei rischi dell’esistere. Il ritmo è sempre tanto rigoroso e sicuro.” (Giorgio Barberi Squarotti);
“I toni alti e incisivi si connettono spesso alle meditazioni sulla storia presente e passata, alla vena etica, civile, a una certa tensione profetica.” (Emerico Giachery);
“E Prebenna è reattivo, la sua denuncia parte da un sentire, da una esigenza di ristabilire un equilibrio interiore spezzato dall’esperienza delle contraddizioni che si incontra nella storia, attraverso la parola, la comunicazione. A tutto campo, “in gurgite vasto”, senza timore di perdersi se si ha al centro di sé una, pur aperta, convinzione morale.” (Gianmario Lucini);
a proposito di E la fiaccola … vive!:
“ In tutto il poema circolano, frammisti, entusiasmo e malinconia. Entrambi composti e contenuti, in un equilibrio misurato, aureo, quasi a creare un’atmosfera di tipo latamente parnassiana. La quale, frutto di un continuo richiamo al ritmo, vivace ma non incalzante, di un certo neoclassicismo settecentesco e a quello di alcune prove poetiche post-romantiche, realizza la magia di innestare immagini antiche sulla sensibilità moderna“. (Aniello Montano);
“Si scopre allora che l’operazione del Prebenna non è solo il gioco di una mente impregnata di classici, alimentata da un cuore che ha vissuto nella patria del mito. Si scopre che il grande valore della Olimpiade ateniese – questa più di ogni altra – sta in quella miriade di giovani di tutte le nazioni che nella tensione della gara ricevono alimento alla fonte della classicità”.(Mimma De Maio);
“Dunque, un gusto nuovo si afferma, anche sotto lo stimolo di Quasimodo e Kavafis, un gusto neoclassico (non in senso deteriore), che anticipa, del resto, l’ode “… E la fiaccola vive …”, l’ultima opera di Prebenna, che si segnala per originalità e altezza d’arte”. (Paolo Saggese);
“ L’universalità, di contro, è obiettivo dichiarato del poeta. “ Me ispiri l’alto canto del poeta ed il suo ardito volo a nutrire di moderne movenze ed universali il sogno antico…”, questa l’apertura dell’Ode, una dichiarazione d’intenti che non lascia adito ad alcuna interpretazione personale circa la volontà dell’autore. “ Alto canto “, “ Ardito volo “, “ Movenze…universali “, “ Sogno antico “, sono tutte espressioni rivelatrici: su ali metaforiche il poeta s’innalza ben al di sopra della classificazione, coniugando le nuove istanze poetiche, sotto il profilo dell’espressione formale, all’antichità, qui da intendersi come classicità, pervenendo all’universalità. Di un nuovo “rinascimento” si rende dunque interprete e propugnatore l’artista: cosa c’è di più “classico” dei Giochi Olimpici? Tra le righe della dottissima prefazione del Montano tale aspetto si presenta evidente: “ … In questo tripudio di figure classiche, di richiami all’antico, di riconoscimento per il capo pluriredemito della già florida Grecia, balena alla fine e si afferma il genio della stirpe…”.
Ed in questo potremmo aggiungere si rivela l’aspetto “italico”, geograficamente circoscritto, del Prebenna: non “poeta irpino”, dunque, ma “poeta universale” fiero d’essere germogliato, artisticamente ed intellettualmente, dalla zolla italica ricca di una humus classica e pertanto proiettata su spazi speculativi assolutamente universali.” (Michele Miscia)
a proposito di Come per acqua cupa:
“Le parole, infatti, che Prebenna adopera per la poesia, cioè per la sua missione morale e per le sue battaglie di verità, sono deliberatamente assunte da un ambito di solidità e di efficacia storicamente collaudate: appartengono a filoni metallurgici da cui è stato ricavato da sempre il materiale di combattimento che non tradisce.” (Ugo Piscopo);
“Ho letto la Sua silloge poetica, “Come per acqua cupa”, … riportandone una precisa impressione di bellezza ed eleganza espressiva, non disgiunta da un’antropologica partecipazione passionale, inevitabile, per fortuna, in ogni buon irpino. Più passa il tempo e più mi persuado che un buon poeta è, prima di tutto, un buon traduttore di se stesso; se, poi, quest’esperienza si sostanzia, come nel Suo caso specifico, di una costante traduzione, applicata ai testi degli amici poeti, tutto riesce meglio.” (Francesco D’Episcopo);
“La poesia di Prebenna è, proprio per questa sua oscillazione tematica, tutta intrecciata e simile a un tappeto prezioso orientale, di motivi legati alla dimensione del presente del “mondo offeso” (per dirla con Vittorini) e di risarcimenti personali e lirici connessi con la verità del ricordo e della propria salvazione personale attraverso la disciplina rigorosa del verso quale maestro di vita.
Nelle sue prospettive poetiche generali, allora, la musica del verso di Prebenna scandisce la capacità di rendere conto insieme della vita e del suo andare oltre nel sogno vissuto intensamente come propria soluzione esistenziale e nel desiderio di poter durare fuori “dal supermercato” come accade alla bellezza che non ha prezzo ma solo un destino”. (Giuseppe Panella);
“Il volume “Come per acqua… “ di N. Prebenna si presenta al lettore più come un poema che una silloge poetica, infatti i testi hanno una strutturazione narrativa tesa a sviluppare il momento ispirativo in un susseguirsi d’immagini e momenti, rivelatori di una prolifica capacità di cogliere, ascoltare e dire il mosaico spesso confuso dell’animo umano. Sia che il poeta indaghi e proponga eventi, momenti e stati d’animo soggettivi, sia che si colleghi ad avvenimenti che scandiscano i momenti più terribili del nostro presente, sempre rivela una composizione poetica che, in contrasto con la sintesi ermetica e con le tendenze “al non senso” di certi movimenti pseudo-avanguardistici, distesamente ed epicamente racconta, coinvolgendo il lettore nel movimento emotivo e critico-riflessivo che caratterizza la poesia di Prebenna. Movimento emotivo e critico-riflessivo abbiamo detto, infatti il pathos spesso doloroso da cui promana l’epos, poi tende a spianarsi in considerazioni che, metaforicamente proposte, si propongono, come “correlativi oggettivi” e in cui, alla maniera montaliana, la riflessione si pratica nella ricerca di parole che colgano semanticamente la carica emotiva da cui scaturiscono. Ad esempio, Alatri diventa “punto, ombelico del mondo” (Ritorno ad Alatri, pag.62). Ma pathos e logos non sono le uniche motrici della poesia prebenniana, infatti esse si vestono di ethos e quest’ultimo consente ai versi, costruiti sempre in uno stile sobrio ed equilibrato, di proporre verità e valori che, pur partendo dal contingente, dall’hic et nunc, dal presente (leggasi, ad esempio, Mesopotamia dimezzata) non solo hanno un’essenza universale, ma sono forieri di universalità anche per la poesia che li propone e le reitera al di là di ogni limitazione cronotopa che solitamente caratterizza le mode transeunti dell’oggi e del banale.” (Francesca Liuzzo)-
“ Una poesia civilmente impegnata quella dell’autore che trasforma la poesia in un vero e proprio strumento di denuncia e riflessione. L’attacco alle torri gemelle, le vicissitudini mediorientali, la morte di Giovanni Paolo II, il devastante tsunami nel sudest asiatico sono le tematiche che si susseguono trasportate da un verso che è il risultato della fusione tra verità umana e rappresentazione artistica, un’arte impegnata che si prefigge lo scopo di avvertire, di informare e se necessario anche di scuotere le coscienze”. (Alessia Tavella);
a proposito di Era il maggio odoroso:
“La forma e il contenuto della poesia di Nicola Prebenna sono un grande omaggio di ripresa e di rinnovamento della tradizione classica della letteratura occidentale, che pone al centro del discorso poetico la visione lirica che il poeta ricostruisce dentro di sé del mondo. In questo intreccio di visioni e di ricostruzioni si esprime una grande profondità di riflessione e di collegamenti analogici, che aprono il panorama della poesia di Prebenna su secoli di storia e su differenti civiltà”. (Sandro Gros-Pietro);
“Caro Prebenna, per conforto e per gioia l’anno si apre con la lettura della Sua nuova raccolta di versi. Il Suo discorso poetico si è fatto altissimo e sicuro, fra memoria, rievocazioni, contemplazioni, sentenze. Lo nutre una saggezza antica. La sezione Toccata è, su tutte, bellissima.
Grazie del dono. Le auguro un anno operoso e fruttuoso e La saluto con viva amicizia”. (Giorgio Barberi Squarotti);
“In Era il maggio odoroso i momenti diversi (forse le disiecta membra) della mente poetica di Prebenna si ricompongono in un disegno di dualità di percorrenza lirica: l’amore e la morte; la storia e il mito si inseguono, si comprehendono, si ricompongono, si ritrovano, si innestano l’uno dentro l’altro sotto il segno del Desiderio che percorre la natura (maggio non è forse il più dolce, il più longanime dei mesi?). Il segno dell’Amore inteso in entrambi i suoi possibili sensi e significati attraversa e traccia il percorso della poesia prebenniana come un solco che lascia una scia significativa e teneramente limpida, fatta di tensione lirica protesa verso l’alto di una sacralità considerata qui come forma assoluta, sola possibile comprensione delle contraddizioni dell’umano”. (Giuseppe Panella);
“La silloge di Prebenna si lascia apprezzare anche per la doviziosa intertestualità della poesia antica e moderna; tralasciando Leopardi sotto il cui segno essa è posta, è Dante il poeta maggiormente presente. Valga per tutti l’esempio di Fusione, componimento denso di reminiscenze dantesche”. (Antonio V. Nazzaro);
“Quest’opera si pone come indicativa del suo apparato letterario, come documento di creatività nella qualità lirica che s’incide nella vicenda poetica del nostro tempo, su precisi, alti e significativi segnali di forte validità umana”. (Giuseppina Luongo Bartolini);
“Nell’opera più matura di Prebenna emerge un tentativo estremo e ben riuscito di ricercato stupore per gli squarci di vita che restituiscono dignità al senso della prova che pervade l’anima di chi, lasciato alle spalle il canto di Eros, cerchi nella parola malata del nostro tempo la compagna di viaggio di un sognato ritorno.
Per il Poeta la poesia è una pausa breve tra viaggio e desiderio di “volo della mente audace”. Ma è proprio nel risveglio del senso del transito che Prebenna acquista la credibilità del dire, del narrarsi in storie di sguardi e tentativi di ascese pur velate d’ ansie che in “Sviata rondine” si focalizzano felicemente nella centralità del dono.
Agape colorata di rimpianto la metafora del dono alla poetessa più amata, Margherita Dalmati, Musa incompresa dei linguaggi dorati del tempo più antico e forse più vero: Musica e Poesia. Anime pure che si nascondono nella casa dell’addio al corpo ormai abbandonato al giaciglio e nel volo di farfalla in cui si significa tutta la vita e il sogno più bello ”. (Arturo Donati).
“Caro Nicola,
oggi ho potuto leggere, senza fretta, il volume delle tue liriche. Te ne dico le impressioni a caldo.
Mi pare vi siano due linee di scrittura, una breve e libera nella sintassi strofica, tesa a una limpida scioltezza; una più articolata e complessa e però più insidiosa, soprattutto nella caratura aggettivale che si ripete senza variazioni.
Il nuovo è nella sfera tematica o ispirativa. Essa ti conferma sì “ lupo di terra “, ma ti proietta anche in un arco di meditazione cristiana, e ti affina nella percezione di intimi moti umani. Il testo più denso e compiuto è a pag.35 ( “ Ti rivedo, madre “).
Intorno cresce un pullulare di pensieri che nella terza sezione aprono al mistero della morte, del destino universale.
Spero di averti capito. Un abbraccio, Pasquale “ (Pasquale Maffeo)
“Leggendo la Sua poesia, mi dicevo: sapit vitam: una vita operosa, limpida, ricca di affetti profondi, da quelli familiari a quelli religiosi. Il Suo attaccamento alla vita familiare è contrastato e arricchito da due tendenze diverse: il desiderio odissiaco di viaggiare e conoscere il mondo, donde l’importanza simbolica di Ulisse; la meditazione religiosa dal respiro cosmico, da cui emergono punte di intensa suggestione lirica (“conquiste audaci del cuore / proteso all’eternità”, “cullato dal vento siderale”).
In un tempo in cui i valori si sono indeboliti o sono morti, Lei resta radicato in grandi tradizioni sempre vive, salde anche in situazioni nuove e imprevedibili ”. (Antonio La Penna).
“Queste liriche, tripartite in Preludio, Toccata e Fuga, si strutturano intorno a due centri di ispirazione: una riflessione accorata, austera e spontanea, continua ma non ripetitiva, ed un innocente abbandono a scenari di intensa ed intima dolcezza, tramati di suggestiva bellezza.
Il pensiero e il sentimento si compenetrano ed integrano: il pensiero, suggerito dalla ragione e dalla riflessione, è intimamente penetrato ed arricchito dal sogno, il sentimento non si abbandona mai ad arcadici vagheggiamenti, ma si avvale della riflessione che non inaridisce le immagini ma le sostanzia di significato e di valori ”. (Giuseppe d’Errico).
“Caro Professore Prebenna, La ringrazio, oltre che per le Sue gratificanti ma da me immeritate espressioni, per le due poesie di cui mi ha donato la lettura. Sono belle. Soprattutto in quella intitolata “Alle soglie del tempo”, oltre la raffinatezza formale mi ha colpito l’afflato cosmico che l’anima, quel sentimento dell’infinito come inquietante soglia di una trascendenza, che nelle pagine di un Giordano Bruno è semplicemente sublime, mentre nei Suoi versi, Professore, appare in amorevole attesa del nostro insicuro ascendere. In magro ricambio, Le accludo una mia pagina sulla poesia, recentemente pubblicata in un volume della rivista Anterem (di cui purtroppo ora non riesco a ritrovare una copia, per darne l’esatta indicazione). Ammirando la vivacità della Sua cultura, Le invio un affettuoso saluto. Aldo Masullo”
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